Sono di nuovo in partenza per la grande mela, questa volta conto di fare molte foto anche dei dintorni.
A presto!
Sono di nuovo in partenza per la grande mela, questa volta conto di fare molte foto anche dei dintorni.
A presto!
Un appassionato di fotografia digitale non puo' che essere anche appassionato di informatica, quindi di...videogiochi!
In questi giorni sui giornali o sotto l'ombrellone si parla spesso del fenomeno Second Life che sembra stia spopolando, tutti vi partecipano, si divertono e fanno soldi.
Almeno a parole.
Second Life e' un videogioco online di ruolo in cui si comanda un personaggio virtuale le cui caratteristiche fisiche sono definibili a piacere. In questo mondo virtuale giocano migliaia di persone da tutto il mondo in tempo reale e lo scopo ovviamente e' quello di guadagnarsi da vivere, provando a fare (e ad essere) cio' che si e' sempre desiderato. Esiste un'economia nel gioco basata sui Linden Dollars, simili ai dollari e convertibili in soldi reali.
Ma come si guadagnano i Linden Dollars? Lavorando, oppure commerciando, oppure producendo qualche bene esattamente come nella vita reale.
All'estero Second Life e' arcinoto da parecchi anni (e' nato nel 2003), mentre in Italia, come sempre, e' arrivato alla notorieta' pubblica solo a partire dall'anno scorso.
Mentre quindi da noi i media ne fanno un gran parlare e la gente si iscrive, ci spende soldi, perfino le grandi aziende vi investono in pubblicita', nel resto del mondo il fenomeno sta gia' sgonfiandosi.
Perche? Semplice, fare i soldi nella vita virtuale e' difficile esattamente come nella vita reale, quindi i giocatori, dopo che vagano un po' per i suoi mondi, spendono un po' di Linden Dollars/soldi reali si stancano e abbandonano Second Life.
E' un po' il discorso della new economy e della bolla di internet degli anni '90, quando tutti facevano folli investimenti in aziende virtuali che vendevano il nulla e si arrivo' al tracollo delle borse mondiali.
Second Life quindi va preso per quello che e', solo un videogioco, e non come la gallina dalle uova d'oro che garantisce facili guadagni o esperienze strane.
Divertiamoci pure a cambiare identita' e conoscere altra gente nei mondi di Second Life ma non permettiamo mai ad un gioco, o una moda, di diventare piu' importanti della nostra vita reale e sopratutto, non scolleghiamo mai il nostro cervello!
Recentemente qualcuno e' tornato dalle ferie con le sue belle foto, ha visto gli orbs (di cui ho parlato in passato), ha cercato in internet e ha trovato quanto segue:
"scatti dove appaiono queste sfere misteriose ,alcuni dicono che sia un energia che la terra sprigiona e che si manifestano solo in alcuni punti ben precisi , energia dovuta al cambiamento in atto del nostro pianeta"
Ora io ritengo che ormai siamo scaduti nel ridicolo e ogni cosa che la gente comune non riesce a spiegarsi viene subito attribuita al ..... cambiamento climatico!
Ma siamo fuori di testa?
Deliri come questi dovrebbero farci riflettere sulle basi scientifiche di molti allarmi sul clima che i media fanno circolare senza controllo.
Molti sostengono che le foto digitali siano tutte "taroccate" con photoshop e non si possono nemmeno definire fotografie, ma solo immagini.
E' vero? O dietro a questa affermazione si cela qualcos'altro?
Iniziamo dal significato della parola fotografia, letteralmente "scrivere con la luce".
Piu' liberamente, direi "disegnare con la luce".
Detto questo, mi spiegate che differenza c'e' tra il disegnare con la luce su una pellicola o su un sensore? Si ottengono sempre delle immagini no?
Sarebbe come affermare che una scultura in metallo, perche' non fatta in marmo, non la si potrebbe chiamare scultura. Non ha senso.
Archiviato quindi il discorso immgini/fotografie, affrontiamo quello dei "taroccamenti" con photoshop.
Le immagini digitali professionali possono essere prodotte in formato RAW, ovvero grezzo. Questo formato produce dei file che contengono l'esatta impronta digitale che il sensore ha letto dall'obbiettivo senza alcuna elaborazione e possono a tutti gli effetti essere considerati i negativi digitali, paragonabili quindi ai negativi su pellicola.
Per essere stampate pero' le immagini devono essere convertite almeno in JPG o TIF, formati standard utilizzati dalle stampanti. Esattamente come da pellicola occorre passare dalla fase di sviluppo per poi stampare.
Questa conversione viene fatta direttamente dalla macchina fotografica o da programmi esterni, coi quali e' anche possibile fare del fotoritocco.
Questi programmi, come Photoshop, sono molto potenti e permettono di fare veramente di tutto, dalla semplice conversione di formato all'alterazione dell'immagine come dimostra il video dello spot di Dove che ho postato in precedenza.
Photoshop pero' non e' un mostro, ma solo un potente strumento e come tutti gli strumenti devono essere usati dalle persone.
Quello che possiamo fare con degli strumenti dipende sempre da noi e se li usiamo male, o per scopi illeciti, non e' certo colpa dello strumento.
Daltronde anche la camera oscura e' lo strumento con cui si sviluppano le foto o le si possono "taroccare".
Il fotoritocco e' nato con la fotografia stessa nell'800, solo che era realizzabile da poche persone, pochi eletti che potevano farci credere quello che volevano con delle immagini alterate ma spacciate per vere perche' impresse su pellicola.
Il problema non a' mai lo strumento o la tecnica che si usa, ma il COME li si usa.
Stiamo poi tranquilli che qualsiasi tarocco, prima o poi, viene sempre scoperto, sia esso fatto partendo da pellicola che da digitale.
Lasciamo dunque da parte le guerre filosofiche, facciamo gli onesti (sopratutto con noi stessi) e divertiamoci con la fotografia!
Da quando sono nate le prime macchine fotografiche digitali e' subito scoppiata una vera e propria guerra tra sostenitori del metodo classico (leggi pellicola) e di quello nuovo (leggi sensore digitale).
Procediamo per gradi e facciamo un po' di chiarezza.
Dividiamo innanzitutto la questione in fotografia amatoriale e professionale.
A mio avviso, per fare le foto delle vacanze, del compleanno o comuque per ricordo, se non si padroneggia piu' che bene un computer conviene senza dubbio rimanere sul rullino, costa di meno e le foto rimangono sempre disponibili sulle stampe. Si evita cioe' di dipendere dall'amico "esperto" per salvare le foto su hard disk, per stamparle o semplicemente per non rischiare di perderle accidentalmente con un comando maldestro.
Ricordo infatti che le immagini digitali sono belle e comode ma se non le si archivia a dovere si rischia seriamente di perdere tutti i propri ricordi per sempre, ad esempio per un banale virus preso da internet.
Meglio allora le buone vecchie stampe tenute nel cassetto (ovvero stampare sempre, anche quelle digitali).
Per i professionisti, o gli utenti avanzati, il digitale secondo me e' una soluzione molto piu' pratica, veloce e, perche' no, ecologica, poiche' permette di eliminare immediatamente le foto venute male, di non utilizzare agenti chimici per lo sviluppo in camera oscura e di avere le foto subito utilizzabili, ad esempio, per essere spedite alla propria redazione.
Non e' piu' nemmeno una questione di qualita' delle immagini prodotte, perche' le macchine digitali professionali hanno risoluzioni e gamma cromatica paragonabili alla pellicola se non superiori, se poi consideriamo che da un "negativo" digitale si possono ottenere numerosi effetti che richiederebbero diversi scatti e pellicole in analogico, allora proprio non si pone la questione.
Certo, a volte bisogna sottostare alle richieste dei clienti che spesso chiedono lavori solo in digitale o in analogico, ma in questo caso non si ha scelta.
Il digitale sta rendendo l'arte della fotografia piu' popolare, disponibile a piu' persone e la cosa viene interpretata da alcuni fotografi come un imbarbarimento.
In realta', piu' si da la possibilita' di scattare alla gente, piu' e' probabile che affiorino dalla massa i migliori.
Risultato: ne gioveremo tutti avendo a disposizione piu' foto di qualita'.
Alcuni dicono invece che quelle digitali non sono fotografie ma immagini e sono sempre "taroccate" da photoshop, quindi non si puo' sapere se quello che mostrano sia reale o frutto di una "fotoscioppata".
Ne siamo sicuri? Riflettiamoci un attimo.
Ne parlero' in seguito.
In partenza per le vacanze? Quale migliore occasione per fare delle belle foto!
Ecco un filmato con 10 consigli utili per fare degli scatti da vero reporter.
E' in inglese ma ne vale la pena:
Questo spot di Dove e' il vincitore del Festival della Pubblicita' di Cannes 2007.
Tornero' sull'argomento in futuro.
Recentemente ho partecipato ad una sessione fotografica nel quartiere Bicocca di Milano; non ci ero mai stato dopo la ristrutturazione e ne sono rimasto favorevolmente colpito.
Questa era una vecchia zona industriale rimasta praticamente abbandonata al degrado dopo gli anni '70.
Nel 1985 fu indetta una gara per presentare un progetto di risanamento ed il vincitore fu quello dell'architetto Gregotti.
Nel nuovo quartiere sono ora presenti la sede dell'Universita' degli Studi, il teatro degli Arcimboldi, il centro ricerche CNR e le sedi di diverse aziende multinazionali quali la Siemens, di cui parlero' piu' avanti.
La zona mi e' piaciuta non tanto per le qualita' architettoniche, peraltro a mio avviso accettabili, piuttosto per il significato che questa ristrutturazione ha, ovvero di essere un forte segnale di rinnovamento di cui Milano aveva bisogno, da troppo tempo uguale a se stessa e sorpassata ormai da tutte le grandi citta' europee in termini di adeguamento alle nuove necessita' di vita moderne.
Questa e' la prova che quando si vuole si riesce a realizzare qualcosa di buono e utile per tutta la popolazione e non solo per chi ci puo' avere un ritorno economico, come le grandi aziende che ottengono magari delle sedi prestigiose in questi nuovi quartieri.
A tal proposito voglio segnalare che in quell'occasione, mentre giravamo per la zona con tanto di modella per fare delle belle foto ambientate, volevamo fare qualche scatto anche alla famosa meridiana.
Appena ci siamo avvicinati con la nostra attrezzatura pero', e' sbucata dal nulla una guardia giurata che, con pistola e cinturone, ci ha vietato di fare riprese del luogo perche' la meridiana era sulla parete del palazzo Siemens. Peccato che il tutto fosse in una zona pubblica, lungo una strada comunale e senza nessuna dicitura di proprieta' privata o divieto di ripresa.
E' ovvio che avevamo ragione e abbiamo chiamato i vigili urbani, i quali pero' avrebbero dovuto fare un sopraluogo e per aspettarli avremmo perso mezza giornata di shooting, quindi abbiamo lasciato perdere e ce ne siamo andati in giro per altre location altrettando valide.
Potete vedere alcuni degli scatti di quel giorno sul mio sito alla voce "model1", mentre la meridiana e' stata abbondantemente fotografata in altre occasioni e si possono trovare diverse foto su internet come questa:
Ormai tutte le principali citta' italiane ne sono coinvolte. Ad ogni angolo, su ogni muro, sui mezzi pubblici ci sono disegni o scritte fatte dai "writers", ragazzi appartenenti al mondo hiphop che cercano di esprimere concetti artistici o semplicemente di lasciare una traccia della loro esistenza per darsi visibilita' all'interno della comunita'.
Esistono fondamentalmente due categorie di writers, quelli artisticamente validi, che selezionano accuratamente i supporti da dipingere (leggi muri) e quelli che si credono tali ma che si limitano a scrivere velocemente e in piu' posti possibile la loro firma (detta in gergo "tag") per fare vedere quanto sono "bravi".
E' evidente che tra le due forme di espressione, la prima e' da considerarsi una vera forma d'arte. Non so se li avete mai visti, ma spesso su brutti muri di cemento, magari lungo massicciate delle ferrovie o grandi fabbriche vengono dipinti dei disegni molto ben realizzati spesso a tema politico/sociale che, a mio avviso, non fanno che migliorare l'ambiente in cui vengono realizzati. Spesso sono anche soggetto di belle mostre fotografiche.
La seconda invece e' senza ombra di dubbio del vandalismo puro.
Non e' infatti ammissibile che chiunque possa sentirsi in diritto di imbrattare tutto quello che trova a portata di bomboletta con degli scarabocchi senza alcuna velleita' artistica.
E' recente la notizia che due writers in provincia di Milano sono stati pizzicati dalle autorita' mentre scrivevano sui muri di una cascina.
Con decine di bombolette spray addosso, non hanno potuto negare l'evidenza e sono stati puniti bonariamente dal Comune a ridipingere la parete incriminata.
Spesso questi teppistelli imbrattano persino monumenti storici o opere d'arte di valore inestimabile e la cosa piu' grave e' che gli viene permesso di farlo indisturbati!
Il caso sopraccitato infatti resta purtroppo isolato e ogni spazio libero (o liberato con costosi lavori di pulizia) viene imbrattato nel giro di pochi giorni.
Cosa si puo' fare per risolvere la situazione? Vogliamo continuare a vivere in ambienti urbani degradati ed essere sottomessi da ragazzini ignoranti o vogliamo essere abitanti di citta' piu' civili?
Molti dicono che questo e' un fenomeno sociale troppo diffuso, quindi non gestibile dalle autorita' con efficacia. Secondo voi e' vero?
Pensateci prima di dare una risposta.....
Bene, ora vi porto l'esempio di New York. Vi ricordate i film ambientati nella grande mela degli anni '70 e '80?
Ai tempi non c'era uno spazio pubblico non scritto o disegnato dai writers, addirittura nei vagoni della metro non si riusciva a vedere quale fosse la fermata fuori dai finestrini da tanto erano scritti.
Ora vi assicuro che in tutta New York non c'e' piu' un graffito! E sto parlando di una metropoli che sara' grande almeno 4 o 5 volte una citta' italiana.
L'ex sindaco Rudolph Giuliani infatti, con la sua "tolleranza zero" ha raggiunto questo grandioso risultato semplicemente rendendo il deturpamento dell'ambiente metropolitano un crimine, perseguibile con l'arresto.
Nel giro di pochi anni il fenomeno e' miracolosamente scomparso da una delle piu' grandi citta' del mondo.
Perche' noi non riusciamo a governare la situazione a casa nostra?
Ci mancano forse dei sindaci con le palle?
Vista la situazione, purtroppo, mi sa proprio di si'!