In una remota regione della Russia, al confine col circolo polare artico, un piccolo paesino vive di caccia, pesca e... rifiuti spaziali!
Sì, perchè si da il caso che si trovi a 300 chilometri dalla base spaziale di Plesetsk, da cui in passato sono stati effettuati innumerevoli lanci di razzi vettori, i cui residui sono poi caduti proprio nel distretto di Mezensky.
Si tratta di rottami di motori, serbatoi e strumenti, i cui componenti sono ricilati dagli abitanti, riutilizzati o rivenduti per guadagnarci qualcosa visto che spesso contengono materiali preziosi.
Le autorità Russe hanno un tacito accordo con la popolazione locale e li lascia fare, sopratutto perchè tra le scorie sono presenti molte sostanze altamente tossiche.
Un fotografo freelance italiano, Raffaele Petralla, ha saputo per caso di questa storia e ha deciso di documentarla con un interessante reportage.
Sì, perchè si da il caso che si trovi a 300 chilometri dalla base spaziale di Plesetsk, da cui in passato sono stati effettuati innumerevoli lanci di razzi vettori, i cui residui sono poi caduti proprio nel distretto di Mezensky.
Si tratta di rottami di motori, serbatoi e strumenti, i cui componenti sono ricilati dagli abitanti, riutilizzati o rivenduti per guadagnarci qualcosa visto che spesso contengono materiali preziosi.
Le autorità Russe hanno un tacito accordo con la popolazione locale e li lascia fare, sopratutto perchè tra le scorie sono presenti molte sostanze altamente tossiche.
Un fotografo freelance italiano, Raffaele Petralla, ha saputo per caso di questa storia e ha deciso di documentarla con un interessante reportage.
Potete leggere tutta la vicenda e apprezzare alcuni dei suoi scatti in questo articolo del New York Times.