27/09/18

Spazzatura spaziale



In una remota regione della Russia, al confine col circolo polare artico, un piccolo paesino vive di caccia, pesca e... rifiuti spaziali!
Sì, perchè si da il caso che si trovi a 300 chilometri dalla base spaziale di Plesetsk, da cui in passato sono stati effettuati innumerevoli lanci di razzi vettori, i cui residui sono poi caduti proprio nel distretto di Mezensky.

Si tratta di rottami di motori, serbatoi e strumenti, i cui componenti sono ricilati dagli abitanti, riutilizzati o rivenduti per guadagnarci qualcosa visto che spesso contengono materiali preziosi.
Le autorità Russe hanno un tacito accordo con la popolazione locale e li lascia fare, sopratutto perchè tra le scorie sono presenti molte sostanze altamente tossiche.

Un fotografo freelance italiano, Raffaele Petralla, ha saputo per caso di questa storia e ha deciso di documentarla con un interessante reportage.

Potete leggere tutta la vicenda e apprezzare alcuni dei suoi scatti in questo articolo del New York Times.

16/08/18

Consigli di lettura



Scontro Frontale - Tom Clancy e Mark Greaney

L'idea alla base è più reale di quanto si possa immaginare, perchè la guerra informatica sta diventando, se non lo è già, più seria e potenzialmente devastante di quella fatta con le armi. E' quindi fondamentale che qualsiasi Nazione si adoperi per poter far fronte ad eventuali attacchi "non convenzionali".

Detto questo, i dettagli tecnici descritti nel libro sono spiegati bene e molto veritieri e la storia parte bene, con una buona costruzione dei vari personaggi, una situazione economico-politica a supporto ben pensata e le varie storie parallele che si incontrano e scontrano come da copione.

Peccato che il tutto però non sembra essere stato seguito dagli autori con lo stesso impegno fino alla fine, perchè proprio quando i fili si dovrebbero unire, non producono nessun tessuto, ma restano un po' così, abbandonati ad una conclusione banale che lascia un po' l'amaro in bocca.

Serviva un po' più di sostanza, invece si è rivelato un libro scorrevole da leggere, ma che non lascia certo il segno.




Profondo Blu - Jeffery Deaver

Dall'autore de "Il collezionista di ossa", questo libro si legge tutto d'un fiato perchè la storia è avvincente, ricca di colpi di scena e decisamente curata sotto l'aspetto tecnologico.

Ormai un pochino datata, ma non troppo, resta infatti attualissimo nei suoi concetti base.
Forse un pochino difficile da seguire nei sui continui stravolgimenti di fronte, ma si tratta di un libro molto piacevole da leggere.

Consigliatissimo.



L'ultimo Hacker - Giovanni Ziccardi

Mi aspettavo molto di più da un titolo di questo tipo.
In realtà l'idea alla base è molto concreta e poteva essere sviluppata in maniera molto più coinvolgente.

Ai fatti, l'interesse scema non appena si inizia la deviazione strappalacrime sulla faccenda dei cuccioli, che abbassa di parecchio il livello della storia.

Peccato davvero.

13/04/18

World Press Photo 2018



E' del fotoreporter venezuelano Ronaldo Schemidt la foto che ha vinto il premio World Press Photo di quest'anno.

Lo scatto, di forte impatto ed energia, mostra un ragazzo (José Víctor Salazar Balza) che scappa dalla moticicletta in fiamme durante le manifestazioni a Caracas contro il presidente Maduro del 3 maggio scorso. Dopo gli scontri ha riportato ustiioni di diverso tipo, ma è sopravvisuto.

L'Associazione premia la migliore foto dell'anno che cattura o rappresenta un evento di grande importanza giornalistica, valorizzando la capacità e creatività visuale dell'autore.
 
Il fotogiornalismo, lo ricordo, è spesso crudo come un pugno nello stomaco, ma è fondamentale perchè racconta in maniera diretta e immediata fatti che accadono nel mondo, spesso taciuti dai media più popolari come le televisioni.
 
Trovate tutte le foto premiate in questa galleria, ma se siete impressionabili o suscettibili a certi argomenti è meglio che ne stiate alla larga.

06/04/18

Ciak, azione!




Ad essere onesto è ormai qualche anno che ho avuto la fortuna di provare il primo modello della action camera più famosa, la GoPro Hero, ed ora è venuto il momento di parlarne.

Le action cam sono piccole videocamere robuste e impermeabili dalle notevoli prestazioni video, usate per riprendere attività sportive o di azione in ogni occasione, dalla semplice biciclettata alla immersione subacquea.

Si possono attaccare a qualsiasi oggetto o indumento, e permettono riprese suggestive da punti di vista prima impensabili con attrezzature non professionali.
Oggi chiunque può attaccare una di queste piccole macchinette al proprio casco, al bastoncino o alla tavola da snowboard e fare stupende riprese, sia video che foto, in alta definizione. 

Ultimamente sono utilizzate anche in ambiti "seri" a scopo di sicurezza, ad esempio dai pompieri o addirittura dai militari durante le missioni sul campo.

Sono in genere caratterizzate da lenti grandangolari, per permettere di inquadrare tutto anche senza "mirare", creando immagini quasi da "fish eye", molto deformate ma anche tanto dinamiche.

Fino a qualche tempo fa erano molto buone per le riprese video, ma molto meno per le foto, viste le piccole dimensioni e qualità del sensore. Oggi invece alcuni modelli di punta offrono finalmente la possibilità di scattare anche in RAW, permettendo così di avere immagini decisamente belle, con ottime possibilità di intervento in fase di post produzione.

Tralasciando le eccezionali caratteristiche video (ormai tutte supportano risoluzioni Ultra HD a 60fps), oggi anche le funzioni fotografiche sono molto evolute, soprattutto in abbinata con uno smartphone, grazie al quale è possibile comandare da remoto la nostra action cam utilizzando uno schermo molto più grande e pratico rispetto a quello integrato. 

Sono talmente piccole che ormai una me la porto sempre in tasca quando sono in viaggio, perché è vero che ormai qualsiasi telefonino fa foto e video, ma queste action cam hanno in genere una lente più luminosa e un sensore più grande, portando ad un risultato decisamente migliore. Ma il loro punto di forza rimane la robustezza (sono anti caduta) e impermeabilità (arrivano fino a 30mt sott'acqua), che ci permettono di utilizzarle senza timore in qualsiasi situazione.

Se pensavate di acquistarne una per le prossime vacanza estive, ecco alcune indicazioni che potranno tornarvi utili per la scelta:
  • le dimensioni e il peso devono essere ridotti, provatele in mano e valutate direttamente la loro praticità e maneggevolezza;
  • la risoluzione minima per i video deve essere Full HD (1080p) a 60 fotogrammi al secondo (fps) e, per uso fotografico serio, supportare il formato RAW;
  • occhio agli attacchi (“mount”) che si comprano a parte per agganciarle a vari oggetti, a volte costano di più della stessa camera quindi valutate il tipo di aggancio che hanno;
  • restate su marche famose, le cinesi sconosciute sono molto economiche ma a volte poco affidabili.
Cercate poi su Internet esempi di riprese fatte nelle situazioni che potrebbero interessarvi, e scatenate la fantasia!



Il risultato spettacolare sarà garantito!

21/03/18

Fotografie fuori dalla porta



Si chiama "door-off flight", ovvero volo fuori dalla porta. E' di moda sopratutto negli Stati Uniti, dove si effettuano dei brevi tour fotografici su elicottero con le porte aperte, per fare delle riprese ancora più mozzafiato senza il vetro di mezzo. Tanto che molti hanno iniziato a riprendersi anche i piedi a penzoloni sul panorama o direttamente a farsi selfie fuori dalla cabina.



Sembrerebbe una cosa sensazionale, eccitante e rivoluzionaria, oltre che un business molto lucrativo.
I prezzi per questi voli sono molto alti per pochi minuti da brivido, ma hanno sempre la fila di gente pronta a sborsare parecchi soldi pur di avere la foto originale da postare sulla piattaforma social di turno.

Fin qua nulla di male, perchè ognuno è libero di buttare via i suoi soldi come crede, ma quando qualcuno specula anche sulla sicurezza del prossimo, allora la cosa diventa molto seria.

Così è successo qualche giorno fa che uno di questi elicotteri a Manhattan abbia dovuto effettuare un ammaraggio di emergenza. La manovra è stata effettuata correttamente, tanto che il pilota è riuscito a salvarsi. Peccato che i gonfiabili automatici non abbiano sostenuto il velivolo per il tempo sufficiente a fare sganciare i turisti, i quali sono affogati trascinati sul fondo dalla macchina.

Per effettuare infatti queste riprese a penzoloni dal portellone, sono necessarie delle imbragature più robuste e resistenti di quelle normali. Sono quindi anche più complicate da mettere e, sopratutto, togliere. Magari in una situazione di panico come durante una emergenza.

Ecco perchè sono morte 5 persone nell'incidente di domenica 11 marzo.

Ora la F.A.A. sta velocemente pensando di cambiare le regole di sicurezza per questi voli, in modo che non possa più accadere in futuro.

Speriamo davvero, ma cosa succederebbe se un domani nascesse una nuova moda per fare invidia ai nostri "amici" sui social, con foto sempre più estreme?
Secondo me non ci sono regole o leggi che tengano: se non usiamo la nostra testa quando facciamo le cose, anche un semplice selfie potrà comunque tramutarsi in tragedia.

Come dice il grande Gianni Berengo Gardin: prima pensate e solo dopo, eventualmente, scattate!

01/02/18

E se un domani...

Embed from Getty Images
...scomparissero tutte le nostre foto?

Lo so, è un'affermazione che sembra allarmistica, o "fake news" come va di moda dire oggi, ma se ci pensate bene non è proprio così.
Come sapete, io sono da sempre un accanito sostenitore del digitale, in fotografia ma non solo. Ho quindi completamente abbandonato ogni tipo di archivio cartaceo, dalle foto alle bollette, tutto in file ben custoditi su più copie, su dischi cifrati e distribuiti anche in sedi diverse, per evitare eventuali perdite dovute a furti o disastri vari.
Fino a qualche giorno fa, onestamente, mi sentivo in una botte di ferro: i miei documenti, i miei ricordi e le mie foto sono tutti al sicuro, solo io li posso leggere (o chi conosce le mie password) e nemmeno un incendio potrebbe distruggerle, perchè una copia sopravvivrebbe da un'altra parte.

Questo fino a Meltdown e Spectre.
Che diavolo sono? Per chi ancora non ne avesse sentito parlare, si tratta di due errori di progettazione presenti in TUTTI i processori (CPU) prodotti dagli anni novanta ad oggi, messi non solo nei nostri computer, ma anche nei telefonini, nelle macchine fotografiche, nelle TV, nelle lavatrici, nelle centraline degli antifurti, nelle automobili... vado avanti?
Questi errori (bug) permettono a programmi scritti ad hoc (malware) di leggere i dati che altri programmi stanno utilizzando lecitamente in quel momento (es. i dati dell'home banking, o della nostra carta di credito, o dei siti che stiamo vedendo, ecc.).

Che c'entra questo con le mie foto archiviate su disco, direte voi?
Direttamente poco o niente, perchè questa falla permetterebbe "solo" di truffare qualcuno a sua insaputa, rubandogli informazioni sensibili per poterle riutilizzare in vari modi (spendere a suo nome, rivelare informazioni "delicate" e via dicendo).
La cosa è già grave di per se, ma effettivamente coinvolge poco un archivio di documenti o foto su disco.

Poi mi sono chiesto: ma se un domani si scoprisse un "bug" che, invece di permettere la lettura delle informazioni nel processore, ne permettesse la distruzione? Cosa succederebbe?
Ebbene, la conseguenza sarebbe che ogni automobile, ogni ospedale, ogni cosa gestita da un computer, semplicemente, smetterebbe di funzionare all'improvviso, così come tutto quello ad esso collegato, come il nostro archivio di documenti o foto, senza nessuna possibilità di poter essere recuperato.
Questa ipotesi, purtroppo, non è così fantasiosa come potrebbe sembrare, perchè i nostri oggetti tecnologici e servizi vitali sono "animati" da componenti (es. i processori, ma non solo) tutti uguali, prodotti negli stessi stabilimenti e provenienti dagli stessi Paesi. Pertanto, un eventuale grave problema su uno solo di questi componenti si ripercuoterebbe immediatamente in tutto il mondo.

E quindi, cosa dovremmo fare noi?
Sfortunatamente possiamo fare poco, se non prestare sempre la massima attenzione a come utilizziamo i nostri gingilli, seguendo le solite regole di buone senso.

Ma un grosso dubbio a questo punto mi è venuto: stai a vedere che, forse forse, mi conviene tenere anche una copia stampata delle mie foto su carta?

Tutto sommato, non la vedo più un'opzione così insensata...