Alla fine dell'ottocento la fotografia fece un grosso balzo in avanti: dal macchinoso procedimento della lastra a secco si passo' agli apparecchi portatili e alla istantanea; fu una vera rivoluzione, portando l'arte della fotografia alla portata di molti e non piu' solo di alcuni eletti.
Ma come per tutte le innovazioni tecnologiche, ci furono quelli che, legati ai vecchi metodi, non riuscirono ad evolversi e criticarono fortemente la novita', tanto che un fotografo inglese scrisse che questo nuovo sistema aveva "creato un esercito di fotografi che infestano l'intero globo, ritraendo oggetti di ogni sorta, dimensione e forma, in quasi tutte le situazioni, senza mai fermarsi un attimo per chiedersi: ma e' davvero arte? Appena scorgono qualcosa di gradevole, ecco che subito mettono a fuoco l'apparecchio e scattano la foto! Neppure un attimo di riflessione, e perche' dovrebbe esserci? Infatti l'arte puo' errare mentre la natura non manca il bersaglio, dice il poeta, e loro lo ascoltano. Per loro, composizione, luce, ombra, forma, grana, non sono che vuoti slogan..." (1)
Tutto questo non vi ricorda qualcosa? Dovremmo imparare dalla storia perche' tramite le esperienze del passato possiamo affrontare piu' serenamente il presente.
Quelli che ora sono legati alla pellicola e denigrano il digitale sono gli stessi che a suo tempo erano stati denigrati dai sostenitori della lastra a secco.
Interessante vero?
(1) Tratto da: Cohen, E.E., Bad form in photography, The international annual of anthony's photographic bulletin
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